
E’ una moderna branca della medicina, ad altissimo contenuto tecnologico, che si occupa della gestione mini-invasiva di problematiche cliniche e complicanze cliniche post-chirurgiche, come il controllo delle emorragie ed il drenaggio delle raccolte ascessuali, in passato affrontabili solo con complessi ed invasivi atti chirurgici.
In particolare in ambito oncologico, trova sempre maggiore applicazione nelle terapie loco- regionali nel trattamento dei tumori primitivi e secondari nei differenti distretti corporei quale alternativa terapeutica che si affianca ai tradizionali trattamenti chirurgici e medici.
Il principale scopo di queste tecniche è quello di utilizzare terapie sempre meno invasive, altamente efficaci e con disagio minimo per il paziente.
Oggi il paziente oncologico è sempre più affidato ad un team multispecialistico in grado di valutare ed utilizzare la varie possibilità terapeutiche adeguandole ai differenti stadi di malattia e alle diverse condizioni cliniche.
Tale confronto tra i vari specialisti permette di individuare il miglior percorso possibile, incrementare l’efficacia dei trattamenti con maggior beneficio a lungo termine del paziente
DRENAGGIO ASCESSI ADDOMINALI e PELVICI
Il drenaggio percutaneo delle raccolte addominali (epatiche, pancreatiche, peritoneali) o pelviche è un presidio medico utilizzato per portare fuori dall’organismo (drenare) le raccolte di materiale purulento accumulatesi.
Il dispositivo consiste in un tubicino lungo circa 40 centimetri, che attraverso una piccola incisione nella cute viene introdotto dal fianco dell’addome o dalla parete addominale inferiore fino ad arrivare nella sede dove è situata la raccolta; viene eseguito sotto la guida di una metodica di imaging quali l’ecografia o la TAC.
Il materiale purulento viene raccolto esternamente in un sacchetto appositamente predisposto perché il tubicino che viene utilizzato per il drenaggio è dotato, nel tratto che viene inserito nella raccolta ascessuale, di numerosi forellini che consentono di raccogliere il pus e di scaricarlo nel sacchetto. Il tubicino viene rimosso quando tutta la raccolta è stata drenata.
PROCEDURE RADIOLOGIA INTERVENTISTICA
La termoablazione con radiofrequenza dei tumori polmonari si sta rapidamente diffondendo come opzione terapeutica nei tumori maligni primitivi non resecabili e nelle metastasi, in particolare da carcinoma colonrettale (CRC), con risulati incoraggianti. La tecnica consiste nel posizionare un agoelettrodo,, che può essere singolo o dotato di uncini, al centro del tumore da trattare.
Si collega poi l’agoelettrodo ad un generatore di RF che, una volta azionato, scalda gli uncini al passaggio della corrente con distruzione del tumore.
La terapia è ben tollerata, con scarse complicanze, viene eseguita in sala TAC in anestesia locale, con sedazione anestesiologica leggera e il giorno dopo il trattamento il paziente può tornare a casa. La terapia può essere ripetuta in caso di trattamento incompleto o di ricrescita del tumore.
Inoltre è bene ricordare che la termoablazione con RF polmonare non si sostituisce alla chirurgia ma la affianca in casi selezionati.
DRENAGGIO BILIARE PERCUTANEO e STENTING VIE BILIARI
Il drenaggio biliare percutaneo è un presidio medico utilizzato per ridurre il ristagno di bile nel fegato provocato dal restringimento delle vie biliari, ripristinandone il normale passaggio nell’intestino. Il dispositivo consiste in un tubicino lungo circa 40 centimetri, che attraverso una piccola incisione nella cute viene introdotto dal fianco fino ad arrivare al fegato e da qui nelle vie biliari.
La raccolta della bile può avvenire esternamente in un sacchetto di raccolta appositamente predisposto perché il tubicino che viene utilizzato per il drenaggio biliare è dotato, nel tratto che viene inserito nelle vie biliari, di numerosi forellini che consentono di raccogliere la bile e di scaricarla in un sacchetto di raccolta. La raccolta può avvenire anche internamente perché l’apice del tubicino può essere avanzato oltre il punto ristretto della via biliare, permettendo di scaricare la bile direttamente nell’intestino.
In pazienti selezionati, il catetere di drenaggio interno può essere sostituito da un’endoprotesi, ovvero un dispositivo che, senza sporgere dalla cute, ripristina il normale scarico della bile in intestino.